10/2024: Da tempo la parola d’ordine delle aziende del beverage e dei loro fornitori di packaging è “trasparenza”. E non a torto: per identificare con precisione i difetti di produzione o ottimizzare ulteriormente i propri processi, produttori e imbottigliatori necessitano di informazioni dettagliate sui contenitori che utilizzano. Per rispondere a questa esigenza, l’azienda produttrice di contenitori di vetro Vetropack imprime un codice data matrix sulle proprie bottiglie riutilizzabili in vetro leggero temprato, nel quadro di un più ampio progetto di tracciabilità. Dinushika Gunasekera, Responsabile dell’area Smart Factory Innovations di Vetropack Austria, ci racconta questo processo e gli usi attuali e futuri.

Dinushika, che cos’è esattamente un codice data matrix e cosa fa? 

A prima vista, una persona inesperta potrebbe scambiare un codice data matrix per un QR code, ma in realtà un codice data matrix è molto più complesso e richiede lettori appositi per la decodifica. Ecco perché viene utilizzato tipicamente nelle applicazioni industriali, più che per scopi associati ai consumatori. Ogni codice data matrix utilizzato in Vetropack si presenta come un quadrato di 7,5 x 7,5 millimetri composto da tanti piccoli segni. I segni rappresentano 16 caratteri, secondo lo standard CETIE[1] comunemente utilizzato nell’industria del vetro. E sono proprio questi caratteri a fare la differenza, in quanto veicolano informazioni sulla bottiglia, come l’ora esatta e il luogo di produzione, ma anche la singola cavità della macchina formatrice utilizzata. Inoltre, il codice racchiude informazioni sulle ispezioni a cui è stata sottoposta la bottiglia, per esempio appena prima e dopo la tempra termica nel caso delle nostre bottiglie leggere. Ogni codice è unico, il che ci permette di identificare e tracciare con precisione tutte le bottiglie.

Hai accennato alle varie informazioni racchiuse in ogni codice data matrix. Come vengono utilizzate nel concreto queste informazioni, e qual è il vantaggio? 

La tracciabilità completa e ininterrotta, resa possibile dai codici data matrix, offre benefici significativi sia a noi sia ai produttori di bevande che utilizzano le nostre bottiglie. In primo luogo è un grande vantaggio in termini di trasparenza per i nostri clienti, in secondo luogo gioca un ruolo cruciale per un controllo qualità di precisione e la gestione dei richiami. Vi faccio un esempio: in passato, se in una delle nostre macchine si verificava un errore che poteva impattare sulla qualità delle bottiglie, avremmo dovuto peccare di prudenza e scartare o richiamare un vasto lotto di bottiglie prodotte dalla macchina in questione. Non ci sarebbe stato modo di distinguere le bottiglie prodotte dopo l’errore da quelle invece non coinvolte. I codici data matrix, al contrario, ci permettono di identificare chiaramente le bottiglie prodotte nell’arco di tempo problematico, riducendo notevolmente i richiami e favorendo il risparmio di energia e risorse. 

Per Vetropack, questa tecnologia consente un approccio più analitico e basato sui dati per capire e migliorare le bottiglie riutilizzabili in vetro leggero temprato. I dati dettagliati che raccogliamo grazie ai codici ci permettono di acquisire informazioni più approfondite sul comportamento delle nostre bottiglie in varie condizioni di pressione e temperatura, il che getta le basi per un ulteriore sviluppo e un’ottimizzazione costante.  

A proposito di sviluppo: com’è iniziato il progetto dei codici data matrix in Vetropack e come si è evoluto? 

La tecnologia di base che utilizziamo al momento – il laser per la marcatura e il software per la lettura dei codici – è stata sviluppata da Bucher Emhart Glass. Per ottenere i risultati desiderati, abbiamo dovuto adattare la loro tecnologia alle macchine formatrici e al processo di tempra termica che utilizziamo in Vetropack. Così, nel 2022, è iniziata la nostra collaborazione al progetto sui codici data matrix. 

Avete incontrato qualche difficoltà? 

Sì, le difficoltà sono inevitabili in un progetto così tecnico. All’inizio abbiamo provato a implementare una soluzione di marcatura laser nella zona fredda, ma marcando le bottiglie a quella temperatura ottenevamo codici di bassa qualità e impattavamo negativamente sull’integrità strutturale del vetro. Questo ci ha costretto a rivedere i piani e usare un metodo diverso. La collocazione ideale si è dimostrata la zona calda: il laser marca il vetro a 500 °C ed è integrato nella macchina formatrice per ricavare i dati sulla produzione. A una temperatura così elevata, il vetro è ancora malleabile e la struttura rimane intatta. Inoltre, il codice data matrix presenta una qualità e una leggibilità nettamente superiori.

Al momento posizioniamo i codici data matrix sul corpo della bottiglia vicino alla base, in modo che non interferiscano con il monitoraggio dei livelli di riempimento, per esempio, come invece potrebbe accadere posizionandoli sul collo della bottiglia. A volte, però, anche la posizione attuale può dare problemi, perché alcune etichette sono talmente basse o larghe da coprire i codici. Gli studi per trovare la perfetta collocazione sono ancora in corso. 

A parte la perfetta collocazione, ci sono altre attività in corso per sviluppare ulteriormente i codici data matrix?

Sì, il piano è di estenderli all’intera filiera in modo da garantire una piena tracciabilità. 


Grazie per l’intervista, Dinushika! 

 

[1] Cf. www.cetie.org/en/

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